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Se “acquacotta” tipica maremmana spiega piuttosto chiaramente il suo contenuto: acqua e poco più, altrettanto vale per il “pancotto”. Acquacotta e Pancotto sono zuppe povere che testimoniano un passato contadino, ma che possono essere anche grandi piatti moderni
Il pancotto è comune a molte regioni italiane come tanti piatti antichi, d’origine umile e contadina, che nascevano dalla necessità di sfruttare il pane secco fino all’ultima briciola. Cambiano i nomi e cambia il tipo di pane utilizzato e variano i condimenti, dall’olio extravergine al burro, allo strutto, ma la sostanza è la stessa, si tratta di una zuppa a base di pane raffermo

del pancotto
LA PANADA
di Manuela Valentini

ricetta da “La Cucina trentina” di A. e C.A.Bauer

300 g di pane raffermo
2 l. d’acqua
sale
1 bella noce di burro
pepe

ciuffi finocchio
olio extravergine
1 cucchiaio di grana grattugiato

Tagliate a fettine il pane raffermo e mettetelo in forno a far essiccare quel tanto da fargli assumere un bel colore dorato
Poi tagliate il pane a pezzi grossolani e mettetelo nella pentola con l’acqua calda leggermente salata. Fate cuocere lentamente per almeno 1 ora, cercando possibilmente di non mescolare mai.
Quindi togliete la panada dal fuoco, aggiungete un bel pezzo di burro fresco e mescolate a lungo con un cucchiaio di legno, poi a piacere aggiungete una macinata di pepe.

Mentre la zuppa cuoce preparate la salsa. In un piccolo mixer frullate i ciuffi di finocchio, il grana e un filo d’olio, poi mettete da parte. Servite la panada molto calda con un po’ di salsa al finocchio.

 

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