Il macco di fave è una preparazione nata per sfruttare anche fuori stagione le virtù nutrizionali delle fave, ricche di proteine e di ferro, tanto da essere chiamate “la carne dei poveri”.
Una ricetta molto conosciuta in tutto il Meridione la consistenza varia dalla purea alla zuppa, ma presente in quasi tutte le versioni è il finocchietto selvatico. Il nome deriva da “ammaccare”, che richiama l’atto di schiacciare le fave cotte con la forchetta oppure, come si faceva un tempo, tritarle nel mortaio insieme al finocchietto.
MACCO DI FAVE SECCHE AL FINOCCHIETTO
di Anna Laura Mattesini
per 4 persone
500 g di fave secche decorticate
1 cipolla
1 mazzetto di finocchietto selvatico fresco
olio extra vergine di oliva
sale
Mettete le fave secche in una ciotola capiente insieme ai fiori e alle foglie di finocchietto selvatico e copritele con abbondante acqua. Lasciate riposare almeno dodici ore.
Affettate sottilmente la cipolla e fatela dorare nell’olio in un tegame capiente dai bordi alti.
Unite le fave ammollate, aggiungete il sale, coprite con il liquido di ammollo e cuocete per 30/40 minuti, fino a quando le fave iniziano a disfarsi.
Scolatele e frullatele con un mixer ad immersione, aggiungendo l’acqua di cottura fino ad ottenere la consistenza voluta. Condite con un filo d’olio e servite con crostini di pane.