I cannoli sono, insieme alla cassata, il dolce più conosciuto della pasticceria tradizionale siciliana: sapori, colori e profumi di questa meravigliosa terra sono racchiusi in esso. Nelle scorse giornate vi abbiamo presentato la ricetta classica, una particolare versione salata ma anche delle gustose reinterpretazioni del cannolo dal classico al moderno
Molte le personalizzazioni delle pasticcerie, una varietà di sapori tutti da gustare come ci ha raccontato nell’intervista lo chef Antonio Colombo, di cui riportiamo qualche passaggio
– Esistono due cialde di cannolo, che di distinguono anche nel nome, l’occidentale e l’orientale. A Palermo utilizzano un impasto a base di aceto di vino rosso mentre nella zona di Ragusa mettiamo il marsala al poto del vino. Anche la crema ha le sue varianti: quella a base di ricotta vaccina e quella in cui è utilizzata ricotta ovina.
– Va detto che anche la frittura viene fatta in modo diverso di zona in zona.
– Nella zona di Ragusa si frigge con l’olio di oliva: noi abbiamo l’IGP dei monti iblei che è un olio fantastico. Mi ricordo che ancora mia nonna diceva “friggo nell’olio buono” che altro non era che quello di oliva.
– Nel palermitano i cannoli friggono, invece, bello strutto, che essendo grasso animale, che ha un punto fumo maggiore, conferisce una fragranza diversa, ha un sapore più intenso e perfino il colore risulta diverso, più scuro.
– Il cannolo nasce cannolo e deve essere mangiato come tale
L’intera intervista e la ricetta del cannolo dello chef Antonio Colombo
la trovate nella precedente giornata
Credits fotografici
– Ph. Cisternino per Associazione Maestro Martino
– Fotografie del Cannolo a cura dello Chef Antonio Colombo