Con Rossini e Puccini, Verdi completa la triade dei grandi musicisti italiani appassionati di cibo. Al pari dei suoi colleghi, infatti, anche il nostro compositore più amato dai contemporanei amava la buona tavola, al punto da inserire in quasi tutte le sue opere riferimenti espliciti a brindisi e pranzi. Verdi esigeva la massimo qualità delle materie prime come olio, vino, pasta. L’olio preferito, anche rispetto a quello eccellente della Liguria (dove i coniugi Verdi trascorrevano i mesi freddi dell’inverno) era quello delle colline toscane: “due stagnate di olio sopraffino e due di olio più ordinarie per friggere. Testimone dell’amore per la buona tavola sono naturalmente i diversi carteggi che riportano consigli, suggerimenti, ricette e aneddoti sulla cucina. Verdi esigente con cantanti e musicisti, lo era allo stesso modo in fatto di cuochi. Le tante lettere scritte da lui stesso e dalla sua compagna di vita, Giuseppina Strepponi, riportavano suggerimenti, ricette e aneddoti di cucina. Verdi amava il risotto, e nel settembre del 1869 ne inviò la ricetta a Camille du Locle
LA SQUISITA MINESTRA
ricetta del 1929
Per sei persone scemate le dosi della metà.
Mettete cuocer un chilo di patate, con sale; poi sbucciatele, pestatele in un mortaio, o schiacciatele col dorso di un piattino. Ridotte in pasta, unitevi 75 grammi di burro, un cucchiaio di farina, parmigiano grattato, 6 torli d’uovo. Agitate tutto fin che si leghi in una compagine omogenea: formate, quindi, tante pallottole, friggetele in padella con olio. Quanto saranno fritte potenele e in carta straccia, affinché rendano tutto l’olio e, quindi, in un tegame. Versatevi sopra un buon brodo, specialmente di pollo, o di tacchino se ne avete, e un po’ di sugo di carne.
Avrete una minestra ideale.
Fonti
Ricetta “La squisita minestra” tratta da Verdi a Tavola
Foto da qui