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Un piatto di tradizione piemontese ricco ed opulento il pollo alla Marengo si narra venne creato dallo chef di Napoleone Bonaparte, il 14 giugno 1800 dopo la vittoria nella battaglia di Marengo.
Sembrerebbe, come ci racconta Eleonora nel suo approfondimento, che la ricetta originale fosse in realtà una ricetta Piemontese già esistente da prima della battaglia, che il Console l’avrebbe persino mangiata il giorno prima della Vittoria, che avesse chiesto in realtà a Dunand semplicemente di rifarla, e che Dunand finì comunque per modificarla, non avendo a disposizione tutti gli ingredienti dell’originale. La ricetta è stata protagonista anche di un fumetto di Topolino nel 1989. Il pollo alla Marengo ha visto molte rivisitazioni, sia in Italia che in Francia, in cui sono spariti a volte i gamberi, a volte i funghi, a volte entrambi, con il pollo è cotto con pomodoro, come faceva Ada Boni,  o profumato di limone e prezzemolo, come lo interpretava Artusi irrorandolo prima di servirlo. Annalena ce l’ha raccontato e preparato in una rivisitazione storica.

del pollo alla marengo

Pellegrino Artusi, nel suo “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene” alla ricetta 268, lo descrive così:

……. prendete un pollo giovane ed escludendone il collo e le zampe, tagliatelo a pezzi grossi nelle giunture. Mettetelo alla sauté con grammi 30 di burro, una cucchiaiata d’olio e conditelo con sale, pepe e una presa di noce moscata. Rosolati che sieno i pezzi da una parte e dall’altra scolate via l’unto e gettate nella sauté una cucchiaiata rasa di farina e un decilitro di vino bianco. Aggiungete brodo per tirare il pollo a cottura, coperto, e a fuoco lento. Prima di levarlo dal fuoco fioritelo con un pizzico di prezzemolo tritato e quando è nel vassoio strizzategli sopra mezzo limone. Riesce una vivanda appetitosa.”

 

Foto di Eleonora Colagrosso

 

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