I malloreddus, i gnocchetti sardi a base di grano duro, appartengono alla famiglia delle paste fresche “trascinate” così denominate per il gesto che si compie nel momento in cui si confezionano. Il termine Malloreddus diminutivo di malloru dal dialetto sardo “toro”, significa “vitellini” e farebbe riferimento al formato panciuto di questa pasta.
Presenti in tutte le ricorrenze importanti sarde, ogni zona della Sardegna ha la sua versione e il proprio nome. Nella campidanese è prevista l’aggiunta dello zafferano
MALLOREDDUS
di Anna Laura Mattesini
per 4 persone
350 g di semola di grano duro
160/180 g di acqua
un pizzico di sale
Formate sulla spianatoia una fontana con la semola e versate al centro metà dell’acqua, iniziando ad impastare. Continuate ad impastare aggiungendo acqua, fino ad ottenere una consistenza compatta ed elastica, ma morbida.
Raccogliete l’impasto a palla, copritelo con uno strofinaccio e lasciatelo riposare per mezz’ora almeno.
Riprendete l’impasto, tagliatelo a fette e da ogni fetta ricavate dei rotolini dello spessore di un mignolo.
Tagliateli a pezzettini lunghi non più di 2 cm e strisciateli sul fondo di un cesto, come da tradizione, o sull’apposito attrezzo per gli gnocchi, esercitando una leggera pressione con il dito la pasta si arricciolerà su se stessa formando il tradizionale gnocchetto. Fate asciugare la pasta sulla spianatoia. Non dovreste avere bisogno di passarla nella semola in quanto la pasta non appiccica.
Cuoceteli in abbondante acqua salata e dal momento che salgono a galla fateli cuocere c.ca 3 minuti. Assaggiate e condite a vostro piacimento.