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La straordinaria capacità di cambiare colore, in pochi decimi di secondo, del polpo gli permette di mimetizzarsi o di comunicare con le altre specie. Il polpo è il più intelligente degli invertebrati terrestri.
Ottimo in cucina cucinato alla Luciana, in carpaccio ed insalata, in tartare e anche grigliato. Dopo averlo preparato con la cottura sousvide, oggi andiamo idealmente nella vicina Dalmazia per conoscere un altra tecnica di cottura.
La peka più che una ricetta è una modalità di cottura, rudimentale ma efficace, che conferisce alla carne una straordinaria morbidezza e aromaticità lasciandola umida e arrostita allo stesso tempo.

del polpo
POLPO (QUASI) SOTTO LA PEKA
di Anna Calabrese

1 polpo medio circa 650 g
650 g di patate
½ bicchiere di vino
1 cipolla media
1 spicchio d’aglio
olio extravergine
sale
pepe
prezzemolo
rosmarino
santoreggia

Lavate e pelate le patate, poi tagliatele a tocchetti.
Pulite il polpo e cuocerlo in abbondante acqua bollente salata per 18 minuti.
Trasferite il polpo in una capiente teglia tonda, unite le patate, l’aglio intero, la cipolla affettata sottilmente, gli aromi, il sale, il pepe, completate con qualche giro di olio.
Coprite la teglia con carta alluminio e sigillate con un coperchio da forno dello stesso diametro della teglia.
Infornate e cuocete in forno ventilato preriscaldato a 180 °C per 30 minuti, quindi, girate il polp o, versate il vino e cuocete per altri 25 minuti.

 

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