Molti sono i piatti dedicati a Garibaldi, Mazzini protagonisti del risorgimento o che ricordano i luoghi dove si gettarono le basi per l’Unità d’Italia. Di essi si sono già in parte occupate Alessandra nel 2017 , Milena nel 2018 e Manuela nel 2019. Di Garibaldi non come eroe nazionale, ma come uomo di sentimento e delle sue preferenze culinarie ne ha parlato Annalena nel 2020 con il suo articolo “Garibaldi a Varese, tra battaglie e amore”
Oggi con un estratto del suo approfondito articolo, Annalena, ci aiuta a conoscere meglio i gusti e le abitudini provate di Mazzini.
Giuseppe Mazzini di origini genovesi visse per qualche tempo in esilio a Marsiglia e in Svizzera ma soprattutto, per circa trent’anni, a Londra.
Oltre a svolgere nella capitale inglese la sua attività di ideologo patriota esule, si rese conto che la città era piena di ragazzini italiani, prevalentemente degli Appennini liguri e lucani, affidati da famiglie poverissime a dei “padroni” che si impegnavano a vestirli e nutrirli per almeno tre anni in cambio dei proventi dell’accattonaggio a cui li avviavano appena arrivati a destinazione.
Organizzò allora una scuola serale perché i ragazzini non solo ricevessero un’istruzione ed imparassero l’inglese in vista di una possibile migliore integrazione, ma per circa vent’anni insegnò loro anche l’italiano perché fino ad allora, esprimendosi solo nei dialetti locali della loro vallate di origine, non riuscivano nemmeno a comunicare tra loro.
A Londra umanamente patisce la lontananza dagli affetti familiari e della sua amata città, e cerca in qualche modo di ritrovare l’atmosfera della patria nella uggiosa Londra anche attraverso il cibo.
Soprattutto nelle lettere alla madre, Mazzini si lamenta spesso del vitto locale e rimpiange i piatti della sua regione, in una lettera le chiese addirittura di spedirgli uno stampo per corzetti e una rotella per pansotti, per potersi preparare da solo la pasta fresca, lì irreperibile.
Proviamo a ricostruire: se per la pasta uova e farina non mancavano, per il battuto alla genovese teniamo conto che il basilico non è certo pianta adatta ai climi britannici ma anche che in loco abbondavano erbette pungenti… per cui usiamo rucola; inoltre nemmeno l’olio di oliva si trovava con facilità, probabilmente gli poteva essere spedito dalla madre in piccole quantità, dunque lo centelliniamo, aggiungendo una base grassa… di bacon, che è molto inglese e che oggi, essendo oggi il 2 giugno, fornisce pure al piatto il tocco rosso del tricolore.
Se immaginiamo che per il nostro eroe fosse semplice farsi mandare il formaggio, era certo più dura con i cagionevoli pinoli, però in Gran Bretagna aveva a disposizione di certo noci, anche se di fine stagione.
CORZETTI MAZZINIANI CON PESTO DI RUCOLA
E NOCI “ALL’INGLESE”
per 2 persone come piatto unico
per la pasta
100 g di farina 00, più una manciatina per la spianatoia
1 uovo grande
sale
per il pesto
50 g di rucola
35 g di noci sgusciate
30 g di pecorino grattugiato
30 g di grana grattugiato
1/2 spicchio di aglio
75 g di olio extravergine
per condire
100 g di fagiolini
40 g di pancetta non affumicata
1 cucchiaio di olio
sale
Formare su una spianatoia una fontana con la farina setacciata; rompere l’uovo al centro, sbatterlo con una forchetta ed amalgamarlo poco per volta alla pasta, unendo un goccio d’acqua o un pizzico di farina se servono, per ottenere un impasto morbido ma compatto. Lavorarlo poi per qualche minuto, coprire con una ciotola capovolta e far riposare mezz’oretta.
Frullare la rucola con olio, sale, aglio, noci e pistacchi, poi unire i formaggi grattugiati e mescolare bene. Se non si usa subito tenere il pesto ben coperto in frigo per massimo 24 ore.
Stendere la sfoglia a 3 mm con il matterello, ritagliarla a dischi con la parte tagliente dello stampo, poi infarinare i dischi e stamparli premendoli tra i due lati intagliati. Disporre i corzetti pronti su un telo, re-impastare i ritagli e continuare fino ad esaurimento. Ne escono circa 45-50 pezzi. Si possono cucinare subito oppure tenere coperti con un telo per 8-12 ore.
Mondare i fagiolini e tagliarli in pezzetti lunghi quanto il diametro dei corzetti. Portare abbondante acqua salata a bollore e scottarveli per 7 minuti.
Unire i corzetti ai fagiolini e cuocere per 3 o 4 minuti. Intanto ridurre la pancetta a dadini e rosolarli in un ampio tegame con 1 cucchiaio di olio.
Versare pasta e fagiolini scolati ancora al dente nel tegame della pancetta e padellare energicamente un minuto o due con poca acqua cottura per mantecare, quindi spegnere, unire il pesto a cucchiaiate e mescolare bene.
Servire disponendo in piatti bianchi sopra una bella tovaglia a quadri rossi, che non solo fanno tanto casa italiana, ma oggi, insieme al verde brillate dell’insieme dei corzetti ripropongono i colori della nostra bandiera.
Fonti
– L’Epistolario di Mazzini, da cui sono state ricavate le notizie sui suoi gusti alimentari, è conservato al Museo del Risorgimento di Genova, che ha sede proprio nella casa natale di Mazzini
– Le ricette di epoca mazziniana vengono da: Gio Batta e Giovanni Ratto, La cuciniera genovese, ossia la Vera Maniera di cucinare alla genovese, prima edizione Fratelli Pagano, 1863, ristampa della XVIII edizione F.lli Frilli, 2009, ISBN 978-88-7563-461-2
– Il disegno di Mazzini che insegna qui