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Il nome Carbonara potrebbe derivare dai pezzetti del guanciale abbrustolito molto bene nella padella di ferro (d’obbligo sembrerebbe) fino a farla diventare scura come il carbone oppure dall’abbondanza del pepe nero utilizzato. Qualunque sia l’origine la carbonara è forse uno dei piatti di pasta della nostra cucina più famoso ed imitato nel mondo. I romani le hanno dedicato un esilarante decalogo elencandone ingredienti e procedimento.

la carbonara
LA MIA CARBONARA
di Michela Gomiero

per 2 persone

200 g di spaghetti
100 g di guanciale
1 tuorlo + 1 uovo intero (o 2 tuorli)
50 g circa tra parmigiano e pecorino (solo pecorino per i puristi)
pepe nero macinato
sale

In una terrina sbattete bene le uova con il formaggio grattugiato e una buona macinata di pepe. Potete usare anche solo tuorli (o in maggioranza) perché l’albume tende a coagulare di più. Eliminate la cotenna del guanciale, tagliatelo a fette spesse, quindi a tocchetti lunghi così da avere in ognuno la parte più magra e quella grassa. Fatelo rosolare in una padella antiaderente a fuoco molto lento e senza aggiungere altri grassi, fino a renderlo dorato e croccantino.
Nel frattempo cuocete gli spaghetti in abbondate acqua salata e scolateli al dente. Fateli quindi ripassare nella padella del guanciale aggiungendo poca acqua di cottura. Ancora molto caldi versateli sopra al composto di uova e formaggio e mantecate velocemente facendo attenzione a non cuocere le uova ma a lasciare il tutto molto cremoso. Se gradite aggiungete una ulteriore spolverata di formaggio e macinata di pepe prima di servire.

 

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