Racchiudono in se i simboli della Pasqua, ci vengono tramandati di famiglia in famiglia, ci portano a scoprire tradizioni e territori, sono gli antichi dolci pasquali.
Dopo essere stati in Garfagnana ed aver apprezzato la Pasimata garfagnina e a Verona a scoprire le Brasadèle i dolci tradizionali di veronesi, oggi nel nostro ipotetico viaggio arriviamo ad Agerola.
“Casatiello” è il nome del dolce pasquale di Agerola, ma in effetti non è tipicamente un casatiello. Un dolce che si ritiene ricordi il monogramma di Cristo, Χριστός, che si compone di due grandi lettere sovrapposte, la “X” e la “P”, poste all’interno di una corona di alloro, segno di vittoria, di resurrezione. Proprio il collegamento al monogramma dovrebbe denotare l’origine antichissima del dolce, risalente ai legami tra il Ducato di Amalfi e Bisanzio, non a caso nella stessa zona, a Minori, vengono realizzati dolci pasquali dalla medesima forma anche se con un impasto notevolmente diverso.
DOLCI PASQUALI DI AGEROLA
di Anna Calabrese
Per due casatielli medi
500 g di farina
200 g di zucchero
4 uova intere
75 g di sugna ( o di burro morbido)
4 cucchiaini rasi di bicarbonato
2 di cremore tartaro
la buccia grattugiata di un limone
1 fialetta di millefiori
per decorare
zucchero fondente
liquore di anice
diavolini e anicini
Nella planetaria impastate velocemente gli ingredienti a velocità a media velocità. L’impasto risulterà piuttosto appiccicoso. Trasferite l’impasto sulla spianatoia leggermente infarinata, formate sei cilindri, di cui due più lunghi e quattro più corti.
Formate i casatielli in due ruoti da pastiera del diametro inferiore di 20 cm foderati con la carta da forno.
Sistemate in ogni stampo un cilindro grande chiuso a ciambella a ridosso del bordo e due cilindri più piccoli, all’interno della ciambella, messi a croce. Schiacciate leggermente e infornate in forno preriscaldato a 180 °C e cuocete per circa minuti. Devono dorare leggermente ma non scurirsi. Sfornare e lasciare raffreddare.
Rivestite con zucchero fondente sciolto a bagnomaria con qualche cucchiaio di liquore di anice, spolverate con diavolini e anicini.