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Il macco di fave è una preparazione nata per sfruttare anche fuori stagione le virtù nutrizionali delle fave, ricche di proteine e di ferro, tanto da essere chiamate “la carne dei poveri
La consistenza varia dalla purea alla zuppa, ma presente in quasi tutte le versioni è il finocchietto selvatico.
Una ricetta molto conosciuta in tutto il Meridione il cui aspetto e consistenza è simile ad una zuppa

il macco
“U MACCU” SICILIANO
di Katia Zanghì

500 g di fave decorticate

100 g di cipolla
70 g di carota
70 g di sedano
50 g di finocchietto selvatico
1 foglia di alloro
poco rosmarino
olio extravergine di oliva
sale
pepe

Per la pasta con il macco

150 g di pasta ( io spaghetti rotti)

Per il macco fritto

150 g di farina
olio extravergine di oliva o di arachidi

Ammollate per 12 ore le fave. Sciacquatele bene e ponetele in un tegame con gli ortaggi tritati, a secco. Qui si è scelto di eliminare il soffritto iniziale, per alleggerire il piatto senza perderne il gusto.
Versate acqua calda e portate a cottura lentamente, mescolando e aggiungendo , se necessario, altra acqua. Occorreranno circa due ore. Passate al minipimer, a meno che non preferiate la texure più sostenuta. Salate e servite caldo, con poco finocchietto tritato, un filo di olio di oliva extravergine e una macinata di pepe.
Per un piatto più corposo aggiungete alla crema di fave l’acqua necessaria alla cottura di 150 g di pasta. Possono essere spaghetti rotti,” tagghierini” o pasta mista, ma ricordatevi di togliere dal fuoco quando la pasta è ancora al dente. Servite come sopra.
L’indomani potete utilizzare i resti, fatti precedentemente rassodare in uno stampo a bordi bassi rettangolare o quadrato e tagliati a cubotti, infarinati e fritti .

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