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I malloreddus fin dall’antichità venivano lavorati dalle abili mani delle massaie impastando acqua e semola, hanno la forma di una conchiglia rigata non più lunga di due cm
Presenti in tutte le ricorrenze importanti sarde, dal battesimo al matrimonio, ogni zona della Sardegna ha la sua versione e il proprio nome. Nella campidanese è prevista l’aggiunta dello zafferano ed un condimento a base di salsiccia.

i malloreddus
MALLOREDDUS ALLA CAMPIDANESE
di Anna Laura Mattesini

per 4 persone

350 g di semola di grano duro
160/180 g di acqua
un pizzico di sale

Formate sulla spianatoia una fontana con la semola e versate al centro metà dell’acqua, iniziando ad impastare.  Continuate ad impastare aggiungendo acqua, fino ad ottenere una consistenza compatta ed elastica, ma morbida.  Raccogliete l’impasto a palla, copritelo con uno strofinaccio e lasciatelo riposare per mezz’ora almeno.
Riprendete l’impasto, tagliatelo a fette e da ogni fetta ricavate dei rotolini dello spessore di un mignolo. Tagliateli a pezzettini e strisciateli sul fondo di un cesto, come da tradizione, o sull’apposito attrezzo per gli gnocchi, esercitando una leggera pressione con il dito.

Per il condimento

150 g di salsiccia fresca di maiale
500 g di pomodori senza pelle e semi
olio extra vergine di oliva
una cipolla
foglie di basilico
zafferano in stimmi o in polvere
sale
pecorino grattugiato
Affettare finemente la cipolla e farla imbiondire nell’olio.

Tritate la salsiccia e rosolatela insieme alla cipolla per un paio di minuti circa, poi aggiungete i pomodori spezzettati e ben scolati ed il sale. Quando il sugo sarà ben ristretto, unite le foglie di basilico e lo zafferano (c’è chi preferisce metterlo nell’impasto dei malloreddus).
Lasciate cuocere ancora qualche minuto, nel frattempo lessate i malloreddus, scolateli e conditeli in una zuppiera aggiungendo il pecorino grattugiato.

 

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