Quella piccola porzione di pasta da pane, appiattita e poi fritta fino a gonfiarsi nello strutto è tipica dell’Emilia Romagna, ma ogni provincia ha il proprio gnocco fritto con leggere varianti contraddistinte da nomi diversi.
Si parte da Reggio e Modena, dove il nome è proprio gnocco fritto, per poi passare a Bologna con le crescentine, a Ferrara con il pinzino, a Parma con la torta fritta e a Piacenza, anzi in particolare a Fiorenzuola d’Arda con i chisolini ( chisulèn).
I chisolini sono una delle specialità più servite in trattorie e sagre paesane, dove sono distribuiti a pezzi in sacchetti di carta, sempre accompagnate ai salumi tipici piacentini. Molte sono le varianti di forma a grissino, a bocconcino, a losanghe. Il chisolino infatti è stato insignito di questo riconoscimento proprio nell’anno 2011, dal Comune di Fiorenzuola.
I CHISOLINI DELLA VAL D’ARDA
di Elena Broglia
Ricetta De.Co. dello chef Cesena
per 4 persone
500 g farina
2 cucchiai di strutto
25 g di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
1 cucchiaio di sale fino
Sciogliete il lievito in 100 g di acqua tiepida (37°C) e lo zucchero, unite alla farina. Impastate aggiungendo ancora circa 100 g di acqua (in modo da aggiungere circa 200-250ml di liquidi), i grassi e un cucchiaio di sale. L’impasto deve essere morbido ma non appiccicoso. Lasciate lievitare in luogo asciutto per almeno 1 ora.
Sgonfiate e tirate la sfoglia con la classica macchinetta della pasta (il foro per lo spessore più alto). La forma dei chisolini è, approssimativamente, quella di un rettangolo di circa cm 10 di lunghezza e di 5 di larghezza.
Friggete preferibilmente nello strutto ma è possibile anche utilizzare l’olio, che deve essere ben caldo, rigirate il chisolino su entrambi i lati. La frittura deve avvenire velocemente.
Quando il chisolino è cotto adagiatelo su carta assorbente per rimuovere l’unto in eccesso, in seguito salatelo. Servite con i salumi DOP Piacentini e con una buona bottiglia di Gutturnio frizzante