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La colazione è considerata un momento insostituibile per iniziare la giornata. Ha subito molte evoluzioni durante i secoli, passando da un pasto principalmente salato, che doveva rinvigorire per affrontare una lunga giornata di lavoro, e basato prevalentemente sugli avanzi della sera precedente e pane spesso raffermo, alla colazione a casa a base di prodotti da forno o sempre più frequentemente alla colazione al bar.

La colazione al bar può considerarsi uno dei caposaldi della società italiana. Probabilmente sorta tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800, quest’usanza ha trovato una forte ispirazione dalla dominazione asburgica. Infatti la cosiddetta colazione viennese, ovvero una tazza di caffè nero bollente, un pezzettino di torta o di croissant e l’immancabile quotidiano, è stato un vero e proprio must per almeno 150 anni. Con la dominazione austriaca di buona parte del Nord Italia e il contemporaneo Regno Borbonico, grande consumatore del caffè (da qui l’indiscutibile qualità dei caffè fatti a Napoli e dintorni), la colazione al bar è diventata rapidamente uno status symbol, coinvolgendo via via sempre un maggior numero di persone.

Lontani dagli eccessi delle colazioni continentali/americane, la colazione all’italiana è ammirata e apprezzata in tutto il mondo. Per molti, senza questa piccola cerimonia quotidiana, non si può neppure iniziare la giornata.

La colazione al bar per eccellenza è dunque data dall’abbinata cappuccino e cornetto.

Cappuccino e cornetto si direbbero essere italianissimi, eppure le origini di entrambi i prodotti sembrano invece risalire, come dicevamo prima, all’Austria. Come per la maggior parte delle ricette, le origini della storia sono sempre difficili da stabilire e i confini tra realtà e leggenda estremamente labili.

La prima versione del cappuccino nacque probabilmente a Vienna, nel XVIII secolo, per mascherare l’amaro del caffè . Si pensa che sia da attribuire al frate cappuccino  Marco d’Aviano, inviato dal Papa Innocenzo XI nel 1683 in Austria con il compito di convincere i potenti cattolici ad allearsi per fermare l’avanzata degli Ottomani, poiché Vienna era considerata l’ultimo baluardo in difesa di Roma. Entrato in un bar per bere un caffè, chiese di aggiungere qualcosa per mascherarne appunto l’amaro. Con molta probabilità gli venne offerta della panna o dello zabaglione, non certo il latte montato che all’epoca ancora non si usava. Da quel momento divenne una bevanda “in voga” e prese il nome dal colore dell’abito dei cappuccini o dal frate cappuccino stesso. Anche per quanto riguarda il cornetto i natali sono da ricondursi agli austriaci. Predecessore del nostrano cornetto fu il Kipferl, un impasto dolce o salato a forma di mezzaluna, meno elaborato del croissant francese e del cornetto italiano, ideato da un pasticcere viennese in quello stesso anno, quando a settembre, dopo due mesi di assedio le truppe turche vennero sconfitte, per ricordare la vittoria austriaca sulla sconfitta turca: mangiare la mezzaluna, simbolo dell’Impero Ottomano, stava a ricordare e a rappresentare metaforicamente l’evento.

Nonostante le origini “straniere” è indubbio però che l’idea di unire cappuccino e cornetto sia da attribuire all’Italia e ai suoi numerosi bar; unione che nasce prima con il caffè e poi con la più candida alternativa e richiama tuttora alla socialità del bar, alla colazione sotto casa, al rito del giornale e al tempo libero e rimane anche oggi la classica colazione all’italiana, impossibile da non amare.

Se però, desiderate provare l’esperienza della colazione al bar a casa, magari nel weekend, in relax e ancora in pigiama, vi lasciamo la ricetta delle brioche o cornetti; un pochino laboriosa, è vero, ma che potete preparare il giorno prima e gustarvi con calma la domenica mattina insieme alla vostra famiglia.

E buona colazione a tutti!

 

Cornetti ricetta tratta dalle Sorelle Simili

Ingredienti per 12 cornetti piccoli:

  • 125 g di farina 00
  • 125 g di farina manitoba
  • 10 g di lievito di birra fresco
  • 50 g di burro a temperatura ambiente
  • 1 uovo
  • 50 g di zucchero semolato
  • 1 pizzico di sale
  • buccia grattugiata di limone o arancia (se volete aromatizzare)

Mescolate insieme le due farine.
Preparate il lievitino: mescolate velocemente 75 g di farina e il lievito sciolto in 45 g di acqua tiepida. Formate una palla e fate lievitare in una ciotola, coprendo con la pellicola, fino al raddoppio del volume (circa un’oretta).
Prendete il resto degli ingredienti e mescolate tutto insieme, aggiungendo anche 25 g di acqua tiepida, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Quando il lievitino avrà raddoppiato il suo volume prendetelo, sgonfiatelo leggermente con le mani formando un cerchio e mettete al centro l’altro impasto ottenuto. Cominciate ad impastare per una quindicina di minuti, fino a quando i due impasti si saranno completamente amalgamati e tirando un lembo si formerà una specie di velo.

Formate una palla e mettete a lievitare in una ciotola unta di burro, coprendo con la pellicola, per circa 2 ore.
Trascorso il tempo necessario riprendete l’impasto, rovesciatelo su un piano infarinato e formate un disco alto circa 1/2 cm. Con un coltello affilato dividete in quattro spicchi e ogni spicchio in tre parti.
Tirate bene ogni triangolo e arrotoltelo su sè stesso per formare un cornetto. Disponete i cornetti ottenuti su una placca rivestita di carta forno.

Coprite con un canovaccio e fate lievitare per altri 45 minuti. Spennellate i cornetti con del burro fuso o dell’uovo sbattuto e infornate a 190° per circa 20 minuti, dipende molto dal vostro forno.
Quando saranno be dorati i vostri cornetti-brioche sono pronti per essere sfornati, fateli raffreddare su una gratella prima di consumarli o farcirli.

Testo: Ilaria Talimani

Credits fotografici: Fausta Lavagna

Fonti:

www.caffèsantos.it

www.dairybert.it

www.caffèvergnano.com

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