Please, please, DO eat the Daisies, avrebbe detto Doris Day di fronte ad un vassoio di Margherite di Stresa. Perchè pochi sanno effettivamente resistere di fronte a questi biscottini di frolla a cui la scarsa fantasia del web ha modificato la forma, facendola coincidere con quella del fiore. In realtà, la Margherita eponima altro non è che la stessa regina che battezzò anche la più celebre pizza, a cui questi dolcetti vennero espressamente dedicati da Pier Antonio Bolongaro, il pasticcere di Stresa che li inventò nel 1857.
In quegli anni, Margherita era poco più che una bambina, costretta ad una sorta di esilio dorato sul Lago Maggiore, dove Vittorio Emanuele II aveva confinato la di lei mamma, nonchè regal cognata, rea di non aver osservato il regolare periodo di lutto per spassarsela alla stragrande con l’amante. Le nozze riparatrici non attenuarono l’ira funesta del re, anzi: indignato per la leggerezza della donna, la spedì a Stresa, con armi (poche), bagagli (tanti) e naturalmente l’amatissima nipotina che sulle sponde del lago trovò quel devoto affetto che in casa era venuto a mancare. Fra i più devoti ammiratori c’era anche Pier Antonio Bolongaro che a Stresa aveva aperto una sala da té dove madre e figlia erano solite trascorrere i loro pomeriggi.
Fu cosi che, in occasione della Comunione di Margherita, il pasticcere creò questi biscotti, tondi e con un piccolo avallamento al centro, destinato a raccogliere lo zucchero a velo, in uno scrigno goloso. La bambina se ne innamorò e così la madre: da quel momento in poi, qualsiasi fosse l’occasione per recarsi in visita alla signora, si poteva star certi che sarebbero state servite queste delicatezze, chiamate da allora Margherite di Stresa. Una volta divenuta Regina, poi, Margherita istituì a Corte la Festa di Ferragosto, nella quale venivano serviti questi biscotti, la cui fama si diffuse rapidamente in tutto il Regno. Ancora oggi esse sono uno dei simboli della città e del Lago Maggiore, assieme ad uno dei figli più illustri nati su queste sponde, quel San Carlo Borromeo che oggi si festeggia. Auguri quindi a tutti i Carlo, le Carle, le Carlotte e le Carole, di un onomastico addolcito con queste piccole bontà
MARGHERITE DI STRESA
per circa 40 pezzi
4 tuorli di uovo sodo
250 g di burro morbido
120 g di zucchero a velo setacciato
la scorza grattugiata di mezzo limone
i semi di mezza bacca di vaniglia
200 g di farina per dolci
200 g di amido di mais
abbondante zucchero a velo per decorare
Passate i tuorli al setaccio a maglie fini e raccogliete la crema ottenuta in un’ampia terrina. Montateli con il burro e lo zucchero, utilizzando le fruste elettriche, fino ad ottenere un composto spumoso. Mescolate la farina con l’amido e setacciatele per due volte sulla spianatoia, a fontana. Profumatele con gli aromi, poi unite il composto montato e amalgamatelo delicatamente al resto,lavorando con le mani, fino ad ottenere un impasto molto morbido, ma compatto. Fatelo riposare in frigo, avvolto in pellicola trasparente, per almeno 30 minuti. Dopodichè, stendetelo con il mattarello sul piano di lavoro leggermente infarinato e con un tagliabiscotti rotondo ricavatene circa 40 dischi, reimpastando gli scarti. Disponeteli su due teglie da biscotti rivestite di carta da forno ed imprimete su ognuno un leggero incavo, con il pollice. Infornate a 180°C per una decina di minuti: non devono scurire troppo. Lasciate raffreddare le Margherite su una gratella e, se possibile, custoditele in una scatola di latta, ermeticamente chiusa, per almeno 3 giorni prima di consumarle: spoveratele poi con abbondante zucchero a velo e servitele, accompagnandole con tè o caffè o con un bicchiere di vino dolce e liquoroso.
Testo di Alessandra Gennaro
Foto ricetta di Alessandra Gennaro con grafica di Mai esteve
Foto iniziale di Manuela Valentini