La Merenda è una tradizione tutta italiana, che contraddistingue l’alimentazione del nostro paese. A metà mattina come a metà pomeriggio è divenuta un rito, in contrapposizione con l’abitudine allo snack dei paesi anglosassoni, ovvero consumare numerosi spuntini fuori pasto, a qualunque ora, e soprattutto fuori casa.
In principio fu il merito. L’etimologia della parola Merenda deriva dal latino, (è il gerundio del verbo del verbo merere, ovvero meritare; originariamente non rientrava infatti nel piano dei pasti giornalieri “obbligatori” e bisognava meritarsela, aver fatto qualcosa che valeva una ricompensa. Considerando che la gran parte della popolazione era impegnata nel duro lavoro nei campi o in ogni caso in attività fisicamente pesanti, e la merenda a metà mattina e pomeriggio, era un vero e proprio pasto (salato) che doveva essere estremamente sostanzioso per reintegrare il grande dispendio energetico e soprattutto compensare i pasti serali che di norma erano molto frugali.
Ma nel secondo dopoguerra, già dagli anni ’50 le mutate condizioni sociali ed economiche permisero che gran parte della popolazione iniziasse ad arricchire l’alimentazione giornaliera con piccoli spuntini intermedi. In un’Italia dove la famiglia si riuniva sempre intorno al tavolo ai pasti e si intratteneva la sera con la TV in bianco e nero, la merenda era prevalentemente preparata dalle mamme o dalle nonne con prodotti del territorio, spesso legati anche alla stagionalità.
La merenda più basica, quella che proveniva direttamente dall’origine contadina, era il pane con l’olio , una delle più amate e ricordate insieme al pane e salame, nonostante il companatico fosse ancora un lusso, che ha caratterizzato il ricordo dei nostri genitori, il nostro e ha influenzato in generale il concetto di merenda caratterizzandone la matrice prettamente nazionale. E l’altrettanto indimenticato Pane e pomodoro, condito con olio e origano.
Tra le varianti per i golosi la più diffusa e apprezzata era pane, burro e zucchero, seguita da l’uovo sbattuto con marsala o cacao, oppure lo zabaione vero e proprio. A queste, merita di essere ricordato anche pane, vino e zucchero: dove il pane veniva imbevuto in una miscela di acqua e vino e poi cosparso di zucchero e la delizia paradisiaca del pane con cioccolato.
Va da se che in aggiunta alle sopracitate, vi sono le preparazioni da forno delle famiglie e le specialità tipiche di ogni regione.
Ma gli anni ’50 sono anche gli anni in cui l’industria dolciaria compie una grande rivoluzione, con una delle più innovative invenzioni della neonata industria alimentare: le merendine.
Come dice la parola stessa una merendina è “una piccola merenda”, in formato tascabile e monoporzione.
Pratiche e igieniche trasformano la merenda seguendo i cambiamenti della società e le conseguenti evoluzioni delle abitudini alimentari.
La “prima generazione di merendine” ha la sua capostipite nel Mottino, nato da una geniale idea di Angelo
Motta nel 1951, ovvero una versione mignon del panettone natalizio con tanto di certificato di qualità all’interno della confezione. La vera svolta però l’abbiamo un paio di anni dopo (1953) quando il Mottino si trasforma nel Buondì (anche questo a memoria di un dolce della tradizione delle feste, ovvero la Colomba Pasquale) che diviene un vero must non solo per la merenda, ma anche per la colazione degli italiani.
Nel decennio a seguire oltre a i dolci tipici delle feste a essere riprodotti in formato merendine sono soprattutto le torte casalinghe, dagli ingredienti semplici e di facile lavorazione a base di pan di spagna, pasta frolla e pasta margherita farcite con confettura o cioccolata: come la Brioss (1961) e la mitica Fiesta (1961). Entrambe prodotte dalla Ferrero sono caratterizzate dall’innovazione nella comunicazione. La Brioss lega il suo successo alla prima raccolta punti e il famoso concorso “una giornata con il tuo calciatore preferito”, mentre la Fiesta è la protagonista del Carosello, il jingle dei Ricchi e Poveri e i successivi tormentoni “Fiesta ti tenta tre volte tanto”, “Nutre che è un piacere” e la più attuale “Non ci vedo più dalla fame”. In questi stessi anni, sempre complice la Ferrero nasce una crema da spalmare che ha decisamente rivoluzionato il concetto di merenda, ovvero la Nutella (1964). Questo prodotto sdogana l’immagine del cioccolato in Italia, si trasforma da tavoletta a quadretti scura e dura in una crema spalmabile sul pane. Elemento decisivo perché il pane rappresenta sicurezza e tradizione. “Una delizia da spalmare sul pane” e anche “Nutella Ferrero quella che nutre sano”. La Nutella, come sappiamo ha cambiato le abitudini alimentari degli italiani, non solo a merenda, e successivamente ha conquistato il mondo. “Che mondo sarebbe senza Nutella?”
Gli anni ’70 segnano un nuovo cambiamento sociale e da questo momento il concetto di merenda si fonde indissolubilmente nel prodotto merendina. Sono gli anni che vedono l’entrata delle donne nel mondo del lavoro (ancora di più poi nei decenni successivi) e le merendine hanno il loro maggior successo presentandosi come la soluzione buona, igienica e pratica che si adegua ai nuovi ritmi della vita quotidiana, seguendo però sempre la tradizione e presentando in versione “confezionata” i dolci (crostata, pan di spagna, ciambelle, torte) preparati dalle mamme per la merenda dei propri figli.
La Girella (1973) è la prima vera merenda golosa dedicata ai bambini, ed entra nella storia del costume per la sua inconfondibile forma a spirale, da mangiare in modi differenti, e per la rèclame a cartoni animati con i personaggi di Toro Farcito e Golosastro, “la morale è sempre quella fai merenda con Girella”. Inoltre è la prima merendina a contenere nella confezione una sorpresa. Nel 1975 è la volta della Kinder Brioss seguita nel 1978 dall’ingresso dei prodotti Mulino Bianco: il Saccottino, farcito di marmellata o cioccolato e la Crostatina.
Gli alleati delle merendine di questi anni sono personaggi indimenticabili come il Mugnaio Bianco e Clementina, la cui storia d’amore travagliata proseguirà per il decennio successivo. Questi personaggi, amici dei bambini, sono protagonisti di campagne pubblicitarie in televisione, di jingle, di album di figurine, di fumetti.
Gli anni ‘80, sono gli anni dell’edonismo e definiti il decennio d’oro delle merendine. Sono caratterizzati dal trionfo del cioccolato e dalle merende golose: Kinder Colazione Più (1981) con cinque cereali e un pizzico di cacao, Tegolino (1983) e Soldino (1986) che il piccolo mugnaio continua a sfornare nella speranza di conquistare l’amata Clementina.
Un altro iconico prodotto che fa il verso alla moda dei “paninari” è lo Yo-Yo (1986) una versione dolce e farcita al cioccolato dell’altrettanto iconico panino.
Ma verso la fine del decennio le merendine entrano in quella che è definita la “seconda generazione”, capofila sono le Camille, con carote e mandorle, e i Plumcake, prodotto da forno con l’aggiunta di yogurt, (1989): si adeguano a nuove e diverse esigenze nutrizionali dettate da un crescente interesse del consumatore nei confronti di un più sano e corretto stile di vita.
L’economia italiana vive un nuovo ciclo espansivo e i consumi degli alimenti dolci aumentano. Gli anni ’80 sono stati il periodo del boom delle merendine confezionate. La varietà di scelta presente nei supermercati è un chiaro segno del successo riscosso da questi prodotti penetrando all’interno delle famiglie italiane consacrando il binomio merenda-merendina. Prova ne è che tutt’oggi molte merendine iconiche di quegli anni sono ancora protagoniste sugli scaffali dei supermercati.
Il vero e proprio fenomeno di costume però sono le sorpresine, merendina fa rima con sorpresina, un’operazione di marketing tra quelle di maggiore successo, diventano oggetto del desiderio di milioni di bambini tanto e ancora oggi oggetto di culto dei collezionisti.
Nutrienti ma leggere, è l’ulteriore evoluzione delle merendine nell’ultimo decennio del millennio, dove spiccano per innovazione le “merendine refrigerate” con latte fresco pastorizzato (Fetta al Latte, Pinguì, Kinder Paradiso) e un ritorno alla semplicità sempre ispirata alla tradizione, i Flauti, un panino dolce farcito con cioccolato) e la Yogo Brioss, morbido pan di spagna con l’aggiunta di yogurt e farcito con una confettura all’albicocca e yogurt. Sono anni della generazione “merendine&cartoni animati” la così detta Generazione Bim Bum Bam (dal libro di Alessandro Aresu) dal nome della trasmissione televisiva che ha conquistato il cuore di bambini e ragazzi di più di una sola generazione.
Entrate nel nuovo secolo, le merendine vivono una fase di radicale cambiamento, la loro evoluzione si adegua alle variegate richieste di un consumatore più maturo, sempre più attento alla qualità e al valore nutritivo di ciò che mangia. Nascono le Merendine Moderne, in grado di garantire da un lato la piacevolezza del gusto e dall’altro la qualità e l’equilibrio degli ingredienti. Inoltre la continua ricerca e l’evoluzione della tecnologia consentono oggi, di avere merendine meglio conservate, che rimangono fragranti e morbide più a lungo, prive di conservanti e coloranti. Anche l’apporto calorico complessivo è nettamente diminuito con conseguente calo di zuccheri e di grassi saturi, soprattutto spariscono i grassi idrogenati.
Le nuove merendine sul mercato sono tante e diverse, per rispondere alle numerose richieste del consumatore, anche dovute a intolleranze e differenti scelte alimentari in genere.
Il rito della Merenda nel tempo si è dunque trasformato, evoluto, adeguandosi alle mutate condizioni sociali, ai ritmi di vita e alle esigenze alimentari. Resta in ognuno di noi, però, indissolubilmente legato alla fase dell’infanzia e ai ricordi, sempre lieti che ci rimanda alla memoria.
Come contributo alla giornata la community ha scelto di reinterpretare le più famose e iconiche merendine che hanno reso la merenda di generazioni di bambini un momento indimenticabile
Silvia Coletto – Simil Buondì Motta
Milena Zuppiroli – Simil Fiesta Kinder
Fabiola Palazzolo – Simil Girella Motta
Valeria Caracciolo – Simil Kinder brioss
Camilla Assandri – Simil Crostatina Mulino Bianco
Monica Costa – Simil Ciambelline Mister Day
Laura Leoni – Simil Kinder colazione più
Terry Caruana – Simil Tegolino Mulino Bianco
Monica De Martini – Simili Soldino Mulino Bianco
Alessandra Uriselli – Simil Yo Yo Motta
Testo di Ilaria Talimani
Infografica di Dani Pensacuoca
Crediti Istituto Nazionale per la Comunicazione