La Valle del Ticino è situata in parte in territorio elvetico e in parte fra Lombardia e Piemonte; in territorio italiano è tutelata, per la parte lombarda, dal Parco lombardo della Valle del Ticino, e per la parte piemontese dal Parco naturale del Ticino.
Il Fiume omonimo ha una lunghezza totale di 248 km, dal Passo di Novena, in Svizzera, alla confluenza con il Po: le sue acque ospitano una fauna ittica estremamente variegata (uno dei motivi per cui il fiume è diventato Patrimonio dell’UNESCO), che spazia da pesci con peso piuma come lo spinarello a veri pesi massimi come il luccio che è dieci volte più grande
Ogni specie è lo specchio dell’ambiente dove ciascun pesce vive: le loro caratteristiche fisiche, infatti, sono dovute all’adattamento all’ambiente
Il corpo allungato indica una buona propensione al nuoto veloce, mentre i pesci che devono compiere scatti fulminei di breve durata come il luccio hanno un corpo sviluppato in altezza soprattutto nella zona della coda.
Afferrare un pesce con le mani ci permette di renderci conto di come sia viscido: la sua pelle infatti è protetta dal muco che viene prodotto dalle ghiandole dell’epidermide che serve a ridurre l’attrito con l’acqua oltre che come barriera per proteggerlo dalle contaminazioni di batteri e sostanze tossiche
Anche il colore della pelle è molto importante per potersi meglio confondersi, dall’alto con il colore del fondale e dal basso con la luce del sole che filtra attraverso l’acqua.
Delle oltre 40 specie ittiche classificate (fra cui Trota marmorata, Luccio, Storione cobice, Tinca, Barbo, Lasca, Savetta e Pigo) ben 26 sono autoctone. Alcune sono particolarmente pregiate dal punto di vista conservazionistico, in quanto sono esclusivamente italiane, il che aggrava il già grave calo costante della popolazione di queste specie, fra cui spiccano la Trota marmorata (un tempo la regina di questo fiume), il Pigo e lo Storione cobice. Fra i fattori di rischio più comuni si annoverano le colonie di cormorani che trascorrono i mesi invernali sulle rive del fiume e gli ostacoli artificiali costruiti lungio il fiume.
Il Parco del Ticino ha elaborato negli anni dei piani di ripopolamento, ovvero di supporto alla fauna ittica, immettendo nuovi individui dove sono presenti esemplari della stessa specie, e di reintroduzione, ovvero andando a introdurre nel Ticino delle specie che storicamente erano presenti ma che sono successivamente scomparse. Per attuare questi piani si è scelto di utilizzare come riproduttori degli individui prelevati direttamente dal fiume stesso, in modo da non alterare la specificità genetica della popolazione del Ticino e senza il rischio di introdurre delle patologie non presenti. I riproduttori vengono tenuti per tutto l’anno in ambienti simil naturali, dove ritrovano le medesime condizioni ambientali presenti nel fiume.
Trota marmorata
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a rischio estinzione fino a qualche anno fa
La Trota marmorata ha un corpo affusolato con la bocca di notevole dimensione in posizione mediana e con una dentatura ben sviluppata. Si tratta di un predatore di taglia grande, può superare il metro di lunghezza e pesare più di 20 kg. La livrea di questo pesce è molto caratteristica: di colore grigio giallo sul dorso e sui fianchi, andando a creare il classico disegno marmoreggiato che le dà il nome.
La trota vive nei tratti pedemontani dei corsi d’acqua, contraddistinti da portate elevate e acque limpide, fresche (normalmente a temperatura inferiore a 16°C) e ben ossigenate, con corrente sostenuta o moderata, fondali ciottolosi e ghiaiosi.
Storione Cobice
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E’ una specie autoctona e vive nelle acque del Ticino
Ha un corpo slanciato percorso da cinque serie di scudi ossei. Possiede un muso corto, largo e arrotondato all’apice con bocca ventrale sopra la quale sono inseriti 4 barbigli a sezione circolare.
E’ uno dei pesci che più ha risentito dei fattori di rischio per la diminuzione della presenza iittica.
La sua presenza è prioritaria e per la sua salvaguardia si è studiato un piano di allevamento mirato in collaborazione con molte strutture
Pigo
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Il Pigo è un pesce dal corpo slanciato ma robusto, ovaliforme e compresso lateralmente. Possiede grosse scaglie cicloidi. La testa, rispetto al resto del corpo, è piuttosto ridotta. Esibisce una livrea piuttosto scura che tende a schiarirsi sui fianchi dove presenta riflessi bronzei o dorati; è invece biancastra sul ventre con sfumature argentee.
Predilige acque lente e profonde dove forma gruppi numerosi. La specie viene ritrovata anche in ruscelli, canali e fontanili, comunicanti con fiumi più ampi, presenza questa da ricondurre ad eventi eccezionali di piene.
Luccio
immagine di Cinzia Martellini Cortella
Il luccio, considerato il predatore per eccellenza tra i pesci, ha un corpo molto allungato e un muso a forma di becco d’anatra. Può arrivare al metro e mezzo di lunghezza. Il suo habitat sono le acque dolci con corrente lenta o stagnante e ricche di vegetazione acquatica, essenziale per la sua sopravvivenza, ma lo ritroviamo anche in zone costiere a bassa salinità. Il luccio utilizza come tecnica di caccia l’agguato: si mimetizza tra le piante acquatiche rimanendo immobile per poi scattare all’improvviso sulla preda grazie ad un potente colpo di coda.
www.flanet.org/sites/default/files/pubb/Patrimonio_faunistico_Parco_Ticino_lr.pdf
http://ente.parcoticino.it/cat_fauna/pesci/