E verso la fine d’agosto arrivava inesorabilmente il momento di fare la passata di pomodoro.
Durante le trasferte estive friulane nei miei ricordi di bambina ci sono lunghissime giornate piene di sole, il frinire delle cicale, momenti divertenti e spensierati ma anche innumerevoli chilogrammi di pomodori con cui battagliare.
Mio padre ne coltivava diverse qualità da salsa e quando era il momento la raccolta toccava a lui. Sceglieva i più sani e i più maturi sotto l’occhio attento e indagatore di mia nonna, un vero caporalmaggiore di fanteria, pronta a rimbrottarlo al primo pomodoro che secondo il suo metro non era giusto raccogliere. Osservare quel quadretto madre/figlio era sempre fonte di divertimento e non me lo sarei perso per niente al mondo ogni anno. Non mancava mai qualche parente di passaggio che si sentiva in dovere di dare consigli sul metodo di cottura della passata e affermare che i propri pomodori erano più belli, più sani e più buoni.
Operazione raccolta conclusa, iniziava il periodo di precettazione della manodopera familiare, compresa quella minorile, che cominciava quasi al sorgere del sole. Un vero e proprio rito collettivo a cui nessuno dei componenti della famiglia poteva sottrarsi. Io e mia sorella cercavamo di svicolare ma era impossibile, non c’era scampo e ci toccava il turno a lavare i pomodori, se ci andava bene.
La salsa era un affare di famiglia praticamente. Ogni estate il dubbio arrovellava mia madre, come farli? Cuocerli e passarli o fare i pelati? E cuocerli come le aveva detto durante l’inverno la vicina di Foggia o al solito modo? E lì iniziava una discussione infinita con mio padre che preferiva la passata vera e propria e non voleva mai lasciare la strada vecchia. Vinceva quasi sempre lui ma generalmente arrivavano a un compromesso. Pochi barattoli di pelati e la maggior parte di salsa , la cottura, per provare, sarebbe stata col metodo suggerito dalla signora Carlone, la vicina foggiana. Per inciso, dopo la prima prova, fu il metodo adottato negli anni a venire.
Una volta che i miei erano giunti all’armistizio, prendeva il via una sorta di catena di montaggio.
Dopo aver lavato mastelli e mastelli di pomodori ecco il momento del taglio. Bardati alla bell’e meglio, seduti sui bassi sgabelli che si usavano per la mungitura, armati di coltellini ognuno intorno al proprio mastello e via, riempivamo i pentoloni. Alla fine avevamo semi di pomodori fin nei posti più impensati, senza contare che sembravamo appena usciti dal peggior film splatter tanto eravamo coperti di schizzi rosso sangue. Roba da segnarti l’infanzia.
La cottura avveniva in grossi pentoloni controllati a vista da mia madre, su altrettanto grandi fornelli a bombola, comprati appositamente.
E arrivavano le dolenti note. Toccava passarli. Bollenti.
Responsabile di questa operazione era l’unico uomo di casa. Mio padre. Credo che abbia ringraziato tutti i Santi del Paradiso quando scoprì che esisteva un passapomodori con il motorino elettrico! Fino a quel momento usava un passaverdure da tavolo un po’ più grande, ma sempre a mano.
Con quello motorizzato si risparmiavano tempo e fatica, ma non si evitavano le scottature perché qualche schizzo bollente arrivava comunque e allora partiva tutto un rosario di maledizioni ai pomodori, alla macchinetta, alla salsa e al desiderio di mia madre che invece di godersi le ferie, voleva ogni anno questo supplizio. Salvo ovviamente dimenticarsene d’inverno, quando nel piatto ritrovava il sapore del pomodoro fresco.
Finite le traversìe con la macchinetta, si rimetteva tutto nei pentoloni, si aggiungevano abbondante basilico e aglio e si cuoceva un altro po’.
Mia nonna pensava ai barattoli e alle bottiglie, li sterilizzava facendoli bollire fino al momento in cui decideva che poteva essere abbastanza. Non ho mai capito come lo sapesse, credo usasse un metodo, spannometrico tutto suo perché non era mai lo stesso ad ogni giro. Non so se fossero davvero sterili, ma in ogni caso non ci è mai successo niente.
Mia madre, al controllo qualità, decretava che la passata si poteva invasare. E qui si raggiungevano vette altissime di ansia e di preoccupazione. Il nuovo metodo della signora Carlone consisteva nell’invasare a caldo, tappare e avvolgere vasi e bottiglie in una coperta di lana tenendo tutto a riparo dalle correnti d’aria, e lasciarli raffreddare completamente.
E allora la delicata operazione doveva avvenire nella cucina di casa a porte e finestre sprangate, ed erano urla disumane se qualcuno per sbaglio si azzardava ad uscire o ad entrare mentre si era intenti all’imbottigliamento.
Immaginatevi il caldo di agosto, la salsa bollente, neanche un filo d’aria e quattro o cinque disgraziati che dovevano riempire velocemente vasi e bottiglie, tapparli tutti e ammucchiarli in un angolo riparato della stanza dove un paio di coperte di lana erano pronte ad accoglierli. Il tutto accompagnato dalla voce sommessa di mia madre intenta a pregare la Beata Vergine delle Grazie di Valvasone perché non le si rompesse nessuna bottiglia. Pareva essere una questione di vita o di morte, tanta era la concitazione di quei momenti.
Di quei giorni ricordo l’odore dei pomodori in bollitura, il profumo del basilico e rivedo le mani dei miei che vanno veloci, i loro sguardi soddisfatti alla fine e mia madre che rimbocca le coperte ai vasi di salsa come fossero altri suoi figli.
Ricordo anche la fatica che questo rito irrinunciabile comportava e la frenesia che contagiava tutti, ma l’ho capito molto dopo, crescendo, quanto era bello e importante quel momento. Spesso diamo per scontate cose che non lo sono affatto. Non è scontato ritrovare, d’inverno, il profumo del pomodoro fresco in un piatto di spaghetti.
Ho capito che aprendo una di quelle bottiglie di salsa puoi ritrovare non solo le tue radici, ma anche le tradizioni che accomunano un intero Paese.
PASSATA DI POMODORO
Ingredienti:
Pomodori San Marzano
Basilico fresco
- Lavare e asciugare accuratamente i pomodori.
- Passarli direttamente nella macchina apposita che separa bucce e semi dalla polpa. Per facilitare questo passaggio, si possono sbollentare un paio di minuti scarsi in acqua bollente per renderli più teneri (oppure passarli al passaverdure).
- Ripassare le bucce espulse una seconda volta nella macchina per ottenere ancora salsa.
- Trasferire la passata in un pentolone, salare leggermente e far sobbollire 30/40 minuti o fino a quando raggiunge la consistenza voluta.
- Invasare a caldo nei vasi sterilizzati (in forno a 100° per almeno 20 minuti) fino a mezzo centimetro dal bordo insieme a qualche foglia di basilico, chiudere immediatamente con tappi nuovi (lavati in acqua calda e asciugati perfettamente) e capovolgere, sistemando i vasi in una scatola foderata con una vecchia coperta.
- Lasciare riposare coperti fino a completo raffreddamento, conservando poi i vasi in luogo fresco e buio.
Alternative a questa ricetta base:
– aggiunta di un piccolo trito di odori (cipolla, sedano e carota) alla passata mentre cuoce nel pentolone;
– invasare la passata a freddo in vasi puliti senza farla ritirare sul fuoco e proseguire con la tradizionale sterilizzazione dei vasi nel pentolone come per i pelati;
– frullare i pomodori finemente (aggiunta di odori facoltativa), passarli al setaccio e proseguire dal punto 4 della ricetta base.
PELATI FATTI IN CASA
Ingredienti:
Pomodori San Marzano
Basilico fresco
- Sbollentare i pomodori per un paio di minuti in acqua bollente (i più maturi si creperanno da soli), scolarli, aspettare un attimo che intiepidiscano e pelarli.
- Rimetterli a scolare per eliminare l’acqua in eccesso finché si finisce di pelare tutti i pomodori.
- Invasare mettendo qualche foglia di basilico e schiacciandoli leggermente in modo da non lasciare spazi tra loro.
- Chiudere i vasi, avvolgerli in canovacci e metterli a sterilizzare in un pentolone (l’acqua deve ricoprire i vasi di 4/5 cm) contando 30/40 minuti da inizio bollore.
- Lasciare raffreddare i vasi completamente nel pentolone; estrarli, asciugarli e conservarli poi in ambiente fresco e buio.
L’acqua rilasciata dai pomodori si può utilizzare per condire la panzanella.
Testi di Giuliana Fabris
Video di Annarita Rossi
Ricette e fotografie di Cinzia Martellini Cortella e Lidia Mattiazzi
2 Comments
La passata di pomodoro per il Calendario del Cibo Italiano | Ricetta ed ingredienti dei Foodblogger italiani
22 Agosto 2017 at 11:38
[…] il giorno più adatto per questo post, perché si celebra la giornata della PASSATA DI POMODORO del Calendario del Cibo Italiano.Questa è una delle preparazioni simbolo dell’estate. Quando ero bambina e andavo in vacanza […]
Bruna Cipriani
22 Agosto 2017 at 15:24
Da nord a sud in questo periodo è tutto un preparare barattoli di salsa di pomodori!! Bello questo argomento!
Comments are closed.