Quando vi diranno di NO saprete che quella è la direzione giusta.
Può un semplice panino essere veicolo di identità, punto di incontro fra visione, conoscenza, cultura, passione, strumento per ribadire quei valori forti di onestà, di solidarietà, di reciproco rispetto che sono stati le radici della ricostruzione dell’Italia del dopoguerra, fino al boom economico ed oltre? La risposta è sì se, a prepararlo, è Giuseppe Palmieri di Generi Alimentari Da Panino, divenuto negli anni un tale sinonimo di eccellenza e di ricerca da figurare fra gli indirizzi imperdibili nel nostro Paese. Ma ancora più imperdibile è la storia che ciascun panino racconta, frutto di un percorso di testa e di cuore, di nostalgia per un passato “buono” e determinazione per volerlo riattualizzare, contro tutto e contro tutti. La lezione di Palmieri non è tanto una storia a lieto fine di un azzardo imprenditoriale, quanto una testimonianza autentica e profonda di valori altrettanto autentici e profondi, i soli ad aver realmente sostenuto un progetto folle sulla carta ma straordinario e vincente nei fatti.
In Italia, da qualche anno, c’è Panino e c’è IL panino. Perché, diciamocelo, solo il vostro panino è sinonimo di una esperienza gastronomica a tutto tondo, dalla scelta delle materie prime, alla concezione del piatto, fino all’esperienza sensoriale (leggasi godimento cosmico) ad ogni morso.
Come vi è venuto in mente di trasformare un semplice panino in una meraviglia simile?
Ad un certo punto ho avuto voglia e bisogno di frugarmi “in tasca” per cercare tra i ricordi della mia vita; ed é allora che ho ritrovato il mio vissuto personale e l’ho ripensato in chiave critica, senza un filo di nostalgia.
Sono cresciuto a Matera, sono un ragazzo del Sud del ’75, venuto su tirando calci ad un pallone e sognando ad occhi aperti in un’Alimentari di provincia, luogo del recente passato di questo meraviglioso e complicato Paese. Ho visto il declino di un pezzo di storia e non volevo perdere quel posto in cui mi sono nutrito di panini da 500 o 1000 lire, che rappresentano il lusso della semplicità e un gesto sociale forte fatto del rapporto di fiducia e di affetto tra i Salumieri di una volta e le Famiglie italiane, che dal dopoguerra a qualche anno fa erano il compromesso per contribuire al successo dell’Italia stessa. Quando le famiglie si sono sfasciate si sono spente le luci e i fornelli delle nostre cucine e hanno iniziate a chiudere le botteghe.
Qualcosa é inesorabilmente cambiato, ed é iniziata una crisi morale, culturale e identitaria di cui oggi paghiamo le conseguenze. Serviva visione, passione, conoscenza e cultura, e coraggio, per rieditare in chiave moderna l’Alimentari e toccare il cuore alla gente con due fette di pane farcite di cose buone e tanti messaggi preziosi con cui ricominciare a parlare alla gente. E’ in quel momento, l’8 dicembre del 2013 che è nato Generi Alimentari da Panino.
Mi dissero che sarebbe stato un fallimento.
Mi spiegarono che investire su quel panino fatto con due fette di pane di Matera era un errore, ma recuperare dal dimenticatoio la mia storia e quella dell’Italia che studia e lavora é stata una benedizione per testa, pancia e cuore: quando vi diranno di NO saprete che quella é la direzione giusta.
Con che criteri ricercate i vostri produttori? Li coinvolgete in qualche modo nella creazione del panino?
Facciamo ricerca e studiamo la storia, le abitudini, il costume, le tradizioni dell’Italia domestica e popolare, ed é puntando sui prodotti d’eccellenza regionali e sui produttori che rinascono
tante storie!
Molti dei nostri lettori vivono all’estero, dove la parola “panino” si riferisce a qualcosa di molto simile allo street food. Invece il panino è…
Il Panino é un gesto d’amore, autoerotismo e conforto, che mette d’accordo gourmet e gourmande da Torino a Enna.
Quanti panini fate al giorno quali sono i più amati dalla vostra clientela e qual è quello che invece preferisce lei?
Viviamo la nostra storia giorno dopo giorno, non contiamo i panini ma dedichiamo tutti i nostri sforzi nel coltivare un rapporto e stabilire un dialogo costruttivo e interessante con i nostri clienti. se lavori bene i buoni risultati economici e il profitto sono una conseguenza naturale.
I panini più amati sono:
- salsiccia modenese, peperoni sott’olio dolci di Senise e salsa barbecue;
- coppa di testa, mostarda extra piccante e giardiniera;
- mortadella e miele;
- pesto ligure, uova sode e bufalina affumicata di Paestum;
- prosciutto cotto al forno, marmellata di amarene brusche di Modena e mandorle spaccatelle;
- salsa tonnata, emmental di grotta e cipolline all’agro;
- capocollo, burrata e marmellata di fragole
Il mio panino preferito? Li amo tutti, incondizionatamente, rappresentano la mia storia di Cameriere e di emigrante.
Qual è il panino più “italiano” nel mondo? Fra mortazza e pomodoro, fra michetta e sfilatino, chi si aggiudica questo titolo?
Non ho dubbi: il panino più italiano é con la mortadella! Vince a mani basse.
Testi ed Intervista a cura di Francesca Carloni – Ufficio Stampa del Calendario del Cibo Italiano
Ringraziamo Giuseppe, o meglio Beppe Palmieri per la generosità e la trasparenza con la quale si è raccontato e ci ha raccontato il suo Generi Alimentari da Panino fornendoci anche le fotografie a corredo di questa intervista.
Fotografia di Beppe Palmieri a cura dello Studio Brambilla Serrani per Identità Golose