Blog post

C’è un racconto popolare Israeliano che dice che, dopo che Adamo ed Eva furono cacciati dal Paradiso, caddero nel più grande degli sconforti. Dio stesso, per risollevarli, diede loro da mangiare delle Sufganyot.

Non bisogna essere uno studioso biblico per sapere che questa storia non ha nessuna base nelle scritture, ma l’idea che queste paste fritte ripiene di marmellata facciano bene all’umore, è riconosciuto intorno al mondo. Non caso i tedeschi mangiano i Beliners, i Latinoamericani e gli spagnoli, i Buñuelos, gli Austriaci i Krapfen, i Portoghesi i Sonhos e via dicendo.

La versione Israeliana è la Sufganiyah (Sufganyot al plurale) e non è solo il confort food da consolazione divina, ma anche il dolce più mangiato dagli ebrei di tutto il mondo ad Hanukkah, la festa delle luci e del miracolo dell’olio.

A Tel Aviv, a Haifa, a Gerusalemme o dovunque in Israele, è comune, durante la settimana di Hanukkah, respirare a pieni polmoni l’aroma dell’olio caldo e della pasta fritta.

Il primo registro scritto di questo dolce, apparve per la prima volta nel 1485, con il nome di Gefüllte Krapfen,  nel libro Kuckenmeisterei (Maestria in cucina), il primo libro di cucina mai pubblicato, stampato nella macchina da stampa originale di Johannes Gutemberg.

Il Gefüllte Krapfen consisteva in due cerchi di pasta fritta nel lardo, attaccati tra loro da marmellata che, sembrerebbe, erano molto popolari durante le feste di Natale all’epoca.

Gli Ebrei ashkenazi, avrebbero adottato la ricetta, sostituendo il lardo con grasso d’Oca e quelli polacchi in particolare presero l’abitudine di servirlo durante le feste di Hanukkah, che cadono più o meno durante lo stesso periodo del Natale Cristiano.

Non si sa con certezza chi abbia portato le Sufganyot in Israele. Alcuni storici sostengono che furono gli ebrei Tedeschi, in fuga dal terzo Reich, altri invece sono convinti che furono i Polacchi a farlo, molto prima, insieme all’usanza di mangiarli a Hanukkah.

Mentre una decada fa era impossibile trovare sul mercato una sola Sufganiyah fino a una settimana prima della festa delle luci, oggi si trovano tutto l’anno, sempre calde appena fritte, appena i banconi dei Sukkah aprono i battenti.

Con prezzi che vanno da circa un euro, per quelli semplici con la marmellata, ai cinque per quelli più gourmet le Sufganiyot sono ormai uno dei simboli del mix di culture alimentari che costituisce la gastronomia Israeliana.

Anche i ripieni non sono più gli stessi di una volta. Mentre prima la Sufganiyah era semplicemente ripiena di marmellata di fragole, ciliegie o lamponi, oggi un gran ventaglio di proposte è disponibile. Dal Dulce de Leche, introdotto dagli immigranti Argentini negli anni ’80, al cioccolato, halva, cappuccino e altri fantasiosi ed esotici gusti.

Sia vera o no la storia che raccontano, definitivamente val ben la pena consolarsi con una Sufganiyah, in caso di necessità.
Freschi, appena usciti dall’olio, sono semplicemente… divini!

Ingredienti
Per circa 12/14 pezzi

1 cucchiaino di lievito di birra secco
0,5 dl di latte o acqua tiepidi
2 cucchiai di zucchero
1 uovo intero
1 tuorlo d’uovo
3 cucchiai di panna acida o olio vegetale
1 pizzico di sale
2-3 gocce di essenza di vaniglia
250 di farina 00 (o un po’ di più se serve)
olio per friggere
confettura di albicocche, ribes rosso o lamponi
zucchero a velo per decorare

Sciogliete il lievito nell’acqua o latte tiepidi con un cucchiaino di zucchero e lasciate riposare 10 minuti, finché si formi una schiuma in superficie.

Sbattete il restante zucchero con l’uovo intero e il tuorlo. Aggiungete la panna acida o l’olio, il sale, la vaniglia e il misto di lievito e sbattete ancora. Incorporate la farina a poco a poco, continuando a sbattere, fino ad ottenere una pasta molle, liscia ed elastica; se necessario aggiungete un po’ di farina.

Impastate per 5 minuti, spolverando di farina se la pasta diventa troppo collosa. Versate un goccio d’olio in una terrina, mettete l’impasto al suo interno e rigiratelo, in modo da oliarlo per bene. Coprite con pellicola per alimenti, quindi lasciate lievitare in un luogo caldo per 2 ore o fino al raddoppio.

Impastate nuovamente per qualche minuto, quindi stendete la pasta su una superficie infarinata fino ad uno spessore di mezzo centimetro. Con uno stampino, tagliate delle forme rotonde di 5 cm di diametro. Proseguite in questo modo fino ad esaurimento dell’impasto.

Mettete  un cucchiaino di confettura nel centro di un cerchio di pasta, inumidite i bordi della pasta e coprite con un altro cerchio. Pizzicate i bordi per farli aderire bene. Continuate fino ad esaurimento dei cerchi, sistemandoli via via su una placca da forno infarinata. Lasciateli lievitare a temperatura ambiente per 30 minuti.

Fate scaldare a temperatura media 4 cm di olio in una padella. Fate friggere per 3-4 minuti, coprendo con un coperchio, finché i dolci saranno dorati, poi girateli e fate friggere ancora per un minuto.

Sistemateli su un vassoio coperto di carta assorbente. Serviteli spolverizzati di zucchero a velo, possibilmente appena cotti e ancora caldi.

Testi a cura di Michael Meyers 
Fotografie a cura di Valentina De Felice – DiVerdeDiViola

 

5 Comments

  • Giulietta

    24 Aprile 2017 at 13:05

    Meravigliosi dolcini da provare che sicuramente tira su lo spirito ed il corpo come sperimentazione Adamo ed Eva 😊 😉

  • Mai

    24 Aprile 2017 at 17:28

    Ecco magari non è vero che Adamo ed Eva si fossero consolati con dei Sufganyot appena fritti… perché vorrei proprio vedere cosa sarebbe stato più “tentazione” se una mela o uno di questi tondi lussuriosamente buoni!

  • Sonia

    24 Aprile 2017 at 18:46

    Mamma mia che bontà!!! In verità ho apprezzato molto anche l’excursus storico-religioso, che contestualizza bene questa leccornia, rendendola allo stesso tempo accessibile a tutti. Io in questo istante ne vorrei un assaggio 😉

  • alessandra

    26 Aprile 2017 at 2:32

    Nessuna base nelle Scritture, dici?
    Pensa che io ero li li per proporre un aggiornamento 🙂

  • Mapi

    26 Aprile 2017 at 21:01

    Al momento sono a dieta strettissima, motivo per cui mi sono pentita di aver aperto questo link. 🙂
    Eppure li devo provare, questi meravigliosi dolcetti. Aspetta che arrivi a 55 kg, e poi qualcuno me lo faccio di sicuro!!!
    Poi dovrò tornare a dieta, ma pazienza… ^_^

Comments are closed.

Previous Post Next Post