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Scroll down for English Version – Zwijają Na dół dla Polskiej Wersji

In lingua polacca, « piegusek » vuol dire letteralmente lentigginoso.

È, però, anche il nome di un dolce tradizionale, a base di uova, farina, zucchero, e latte, le cui lentiggini consistono nei semi di papavero.

Il Piegusek era la torta delle feste, nata probabilmente per il recupero degli albumi e dei resti di semi di papavero di altre preparazioni. È in genere servita spolverizzata di zucchero a velo o, nelle versioni più festive, è farcita di una crema fatta di quark o cream cheese e zucchero.

In origine, la torta non conteneva nessun tipo di grasso; burro e olio in Europa Centrale erano rari e costosi e l’unico ingrediente responsabile di conferire morbidezza era l’albume montato fermo, a mano, con fruste metalliche e grande forza. Con il tempo, piccole quantità di burro o di olio di semi sono state aggiunte per migliorarne la consistenza.

Oggi il dolce si è trasformato. Esistono versioni arricchite con uova intere, grandi quantità di burro, frutta secca e candita e persino variazioni a pasta lievitata.

La ricetta originale, semplice e povera come quasi tutta la cucina dell’Est, prevedeva lo stesso volume di albumi e zucchero e il doppio di farina, che si misuravano in bicchieri e quel poco latte che bastava per ammorbidire i semi di papavero.

Piegusek

Ingredienti

100 g di burro
8 cucchiai di latte
200g di zucchero
80g di semi di papavero
250g di farina
6-7 albumi (pari al volume dello zucchero)

Procedimento

Scaldare burro, latte e zucchero, aggiungere i semi di papavero e lasciar cuocere a fuoco lento per 10 minuti, mescolando frequentemente.

Lasciar raffreddare questa preparazione, poi aggiungere la farina e mescolare.

Montare gli albumi a neve ferma e incorporarli delicatamente all’impasto di semi di papavero.

Trasferire il composto in una teglia delle dimensioni di 20cm x 30cm e cuocere in forno preriscaldato in modalità statica a 170°C per 60 minuti.

Sfornare, lasciar raffreddare e cospargere di zucchero a velo.

Polska Wersja

Piegusek to tradycyjne polskie ciasto z jaj, mąki, cukru i mleka, których piegi są makiem.

Piegusek był tortem święta, prawdopodobnie urodził się, aby odzyskać białka i resztki maku z innych preparatów. Ogólnie rzecz biorąc, jestem posypany cukrem cukierków lub, w bardziej świątecznych okazjach, napełniony kwarkem i cukrem.

W swoim pochodzeniu ciasto nie zawierało żadnego rodzaju smaru; Masło i olej w Europie Środkowej były rzadkie i drogie, a jedynym składnikiem, który dał puszystość, było to, że firma wybijała białko jajka. Ręcznie, z metalowymi narzędziami i dużo siły. W tym samym czasie dodano niewielkie ilości masła lub oleju z nasion, aby poprawić jego strukturę.

Dziś ciasto jest całkowicie przekształcone. Istnieją odmiany z całymi jajami, ogromne ilości masła, suszone owoce, a nawet odmiany ciasta drożdżowego.

Oryginalna recepta, prosta i słaba jak zwykle w kuchni Europy Wschodniej, potrzebowała tej samej objętości cukru i białka jajka oraz podwójnej objętości na mąkę. Te składniki mierzono w okularach. Dodaje się trochę mleka tylko w celu złagodzenia maku.

Piegusek

Składniki

100 g  masło
8 łyżek mleka
200 g cukru
80 g maku
250 g mąki
6-7 jajek

Mleko, margarynę, mak i cukier gotowac na wolnym ogniu przez około 10 minut (często mieszać!).

Przestudzić a następnie dodać mąkę, proszek do pieczenia i żółtka- dokładnie wymieszać.

Na końcu dodac ubitą pianę z białek i delkitanie wymieszać.

Ciasto przełożyć na blaszkę o wymiarach 20×30 cm i piec około 60 minut w temp. 170ºC.

Po wystygnięciu ciasto posypać cukrem pudrem.

English Version

Piegusek, the Torta Margherita’s Polish cousin

In Polish, “piegusek” literally means “freckled”.
However, this is also the name of a traditional cake, made with eggs, flour, sugar, and milk, whose freckles consist in poppy seeds. Piegusek was a festive cake, even if it was born likely  to recycle the egg whites . Usually served dusted with icing sugar, it is filled with a cream cheese or quark sweet cream, in some special celebrations

Originally, the cake was fatless;  in Central Europe, butter and oil were rare and expensive, and the only ingredients responsible to the softness were the egg’s  whites , whipped by hand, with  metal whips and  a great strength. Over time, small amounts of butter or vegetable oil were added , to improve the  texture.

Today , the cake  is quite different from its original version. Some Piegusek are enriched with whole eggs, some others contains large amounts of butter or dried and candied fruit and more others include in their ingredients  even the yeast

The original recipe, as simple and poor as almost all the Eastern cuisine, has the same amount of egg whites and sugar and twice as flour ( measured in cups) and  just enough milk  to soften the poppy seeds.

Ingredients

100g butter
8 Tbs milk
200 g caster sugar
80 g  poppy seeds
250 g plain flour
6-7 egg whites (the same amount of sugar)

Heat  the butter, milk and sugar.

Add the poppy seeds and cook on low heat for 10 minutes, stirring frequently.

Allow to cool, then add the flour and mix. Beat the egg whites until stiff and fold gently to the mix.

Pour in in a rectangular pan (20×30 cm), lightly greased and floured, and bake at 170 degrees for abut 1 hour.

Testi a cura di Eleonora Colagrosso Dufresne e Dr. Michael Meyers – Burro e Miele
Fotografie a cura di Eleonora Colagrosso Dufresne

12 Comments

  • Manu

    3 Aprile 2017 at 12:09

    Grazie per questo contributo, bellissima la torta con i semi di papavero la proverò sicuramente ricordandomi anche di ammorbidire i semi di papavero in altri dolci li avevo usati ma sempre al naturale ( non lo sapevo)

  • Michael

    3 Aprile 2017 at 12:47

    Non sempre è necessario, dipende dalle preparazioni. Qui si usa farlo.
    Grazie Manuela.

  • Marina

    3 Aprile 2017 at 13:08

    Ecco…le torte dei paesi dell’est sono unite dalla quantità immensa delle uova che vengono adoperate in mancanza di lievito ! Anche dalle mie parti è così ma tutto torna: arrivano dal nord, dalla Vojvodina, dove vivevano tradizionalmente gli ashkenaziti. Comunque, l’usanza rimane…grazie per questo arricchimento !

    1. Michael

      3 Aprile 2017 at 13:26

      Non sono sicuro che questa torta abbia origini ebraiche.
      Molte volte gli ebrei ashkenazi hanno “preso”, altre volte “dato” . Impossibile seguire la traccia di ogni cosa, soprattutto delle preparazioni meno internazionalmente conosciute, come questa.
      grazie a te!

  • Marina

    3 Aprile 2017 at 13:34

    Hai ragione ! Le conclusioni assolute non si possono mai trarre con certezza ma in un processo di dare e prendere si lascia sempre la propria impronta. Grazie !

  • Elena

    3 Aprile 2017 at 16:45

    questa torta mi piace davvero tanto, come le lentiggini sul naso, le trovo simpatiche ed intriganti!
    La proverò di certo, mi confermi i 60 minuti di cottura? grazie 1000 in anticipo! 🙂

    1. Redazione

      3 Aprile 2017 at 16:48

      Ciao Elena, si circa 60 minuti di cottura, tutto poi dipende dal proprio forno, ognuno vive di vita propria 🙂 Facci sapere 🙂

      1. Elena

        3 Aprile 2017 at 22:23

        grazie 🙂

      2. Mai

        4 Aprile 2017 at 13:48

        .. a chi lo dici!!!
        il mio, di forno, viene da un altro pieneta direttamente!!!
        Comunque le torte con i semi di papaveri mi piaciono perche non mi sanno tanto di torta, apunto questa sarebbe una preparazione “grezza”, ma questa cosa di cuocere i semi di papavero è nuova per me e la voglio provare.

        Grazie!!!

        1. Redazione

          4 Aprile 2017 at 14:17

          Alla GN dei Grissini, metteremo anche una versione con dentro i semi di papavero, perciò anche lì cotti 🙂

  • Patty

    4 Aprile 2017 at 7:52

    Ogni volta che leggo un articolo come questo, mi rendo conto della mia profonda ignoranza in materia.
    E mi stupisco per la somiglianza di certe preparazioni che nasce primariamente dalla necessità.
    Le donne, ma anche gli uomini, alla fine si assomigliano ovunque nel momento del bisogno 😀
    Bellissimo articolo.

  • Eleonora

    4 Aprile 2017 at 12:41

    Grazie Patty!

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